Rivolta Femminile “l'avvenimento che ha dato svolta alla mia vita”
Nella primavera del 1970 Marta aderisce al Manifesto di Rivolta femminile. Successivamente partecipa, insieme a Carla e ad altre compagne, tra cui Angela De Carlo, Renata Gessner, Jacqueline Vodoz, Anna Jaquinta e Maria Veglia, alla creazione della omonima casa editrice a Milano nel 1971: le prime edizioni femministe italiane. Anche dopo la prematura scomparsa della sorella nel 1982 Marta continua insieme alle altre componenti del gruppo milanese a occuparsi della casa editrice, curando la pubblicazione postuma di opere di Carla e presentando l’attività di RF in diverse fiere internazionali dell’editoria femminista: Londra, Oslo, Montreal, Barcellona, Amsterdam. Molte energie sono riservate alla valorizzazione del pensiero e dell’opera di Carla, attraverso interventi pubblici, progetti editoriali ed espositivi.
La militanza è scandita da tanti contributi pubblicati fin dagli anni ’70: “Solidarietà ideologica e coscienza distinta”, in M.G. Chinese, C. Lonzi, M. Lonzi, A. Jaquinta, È già politica, nel 1977; “Diritti della mia soggettività”, in La presenza dell’uomo nel femminismo, nel 1978; dalla cura editoriale con A. Jaquinta della produzione poetica di Carla (C. Lonzi, Scacco ragionato, Poesie 1958-1963), nel 1985, che include il fondamentale profilo biografico di Carla, e con A. De Carlo e M. Delfino di quella di ricerca (C. Lonzi, Armande sono io!) nel 1992; infine dalla monografia Diana: una femminista a Buckingham Palace, nel 1998; tutti pubblicati da Scritti di Rivolta Femminile.
Ma, al di là della militanza, la riflessione e la pratica architettonica di Marta Lonzi sono profondamente intrecciate con la consapevolezza di genere, come dimostra la sua opera.
“Nella primavera del’70 accadde finalmente l’episodio decisivo, l’avvenimento che ha dato svolta alla mia vita: aderii al primo manifesto di Rivolta Femminile… Facevamo nei primi tempi riunioni molto numerose con incontri anche in altre città che provocavano una sensazione tangibile ed entusiasmante della grande partecipazione che l’argomento induceva negli animi delle donne più diverse; in seguito ci siamo divise spontaneamente in gruppi secondo le affinità più urgenti che le esperienze singole precedenti avevano maturato in noi e secondo le aspettative che ognuna, in modo più o meno consapevole, investiva in quel momento.”
(ML 1982)