L'archivio
Tutta la vita di Marta Lonzi, anche dopo l’inevitabile distacco dalle posizioni radicali degli anni Settanta, è stata improntata alla costruzione e all’affermazione di una dimensione soggettiva e consapevole nel processo creativo. La sua traccia documentaria è allo stesso tempo archivio “intimo o personale”, archivio “militante” e archivio “professionale”.
A chi vi si accosta la scelta di evidenziare il proprio archivio.
L’archivio, dunque.
L’archivio Marta Lonzi è depositato dal 2017 presso la Fondazione Elvira Badaracco per volontà della famiglia. L’archivio è prevalentemente legato allo svolgimento della sua professione di architetto, integrata da una intensa attività di conferenziere in Italia e all’estero, ma documenta anche la rete di relazioni con artisti del tempo; e ovviamente con figure del femminismo, entro e fuori il gruppo di Rivolta. Particolarmente interessanti, tra la corrispondenza e la documentazione raccolta, le tracce di una significativa rete europea “di genere” nell’ambito dell’architettura e dell’ambiente.
Approfondimenti relativi alla bibliografia di e su Marta Lonzi e alla storia e descrizione del fondo archivistico sono presenti nell’inventario pubblicato sul sito della Fondazione
https://www.fondazionebadaracco.it/archivi/archivio/?arch_a=41
L’intenso scambio nel gruppo che ha dato vita alla casa editrice Scritti di Rivolta femminile è documentato nell’omonimo archivio, attualmente in mani private, di prossimo deposito nella Fondazione Badaracco.
Negli archivi della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma sono conservati alcuni documenti che la riguardano all’interno del fondo Carla Lonzi.