Il lavoro politico di Usciamo dal silenzio continua negli anni sul tema dell’interruzione di gravidanza: tappe fondamentali sono il convegno nazionale del 2013 e la mobilitazione accanto alle donne spagnole impegnate a respingere - con successo -  la controriforma in materia di aborto.

“Ci siamo chieste che cosa vogliono le donne che scelgono di interrompere una gravidanza e lo abbiamo sintetizzato in alcune parole chiave: il rispetto della propria scelta, una corretta accoglienza e la sicurezza per la propria salute… La qualità del servizio significa: semplicità di accesso, accuratezza dell’atto medico e adeguatezza della relazione medico-paziente. Tutto ciò non si dà se l’interruzione di gravidanza (chirurgica e farmacologica) continua ad essere vissuta come la ‘Cenerentola’ degli atti medici, un fastidioso problema per le organizzazioni sanitarie e la grande assente nel percorso formativo di medici e personale sanitario. Occorre insomma restituirle dignità etica e scientifica”.

Così inizia il Manifesto presentato a conclusione del convegno organizzato, con il patrocinio del Comune di Milano, da Uds con la Libera Università delle donne e i Consultori Privati Laici nella sala dell’Acquario Civico, sabato 9 marzo 2013. Ginecologhe, formatrici, attiviste, giuriste danno vita a un incontro molto partecipato dal titolo ‘Legge 194: cosa vogliono le donne’  dal quale scaturirà il manifesto che raccoglierà migliaia di firme e che formula una serie di proposte indirizzate agli attori politici per ridurre l’impatto dell’obiezione di coscienza, migliorare l’informazione, garantire formazione continua a chi lavora sul campo, promuovere percorsi giuridici sia nazionali sia europei incentrati sulla violazione del diritto alla vita e alla salute della donna...

Nello stesso anno in dicembre, il governo di centro destra spagnolo guidato da Mariano Rajoy approva un disegno di legge che di fatto cancella la legge sull’aborto varata dal governo Zapatero nel 2010. Si torna a quella del 1985 e, anzi, si irrigidiscono ancora di più le vie d’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza. La rabbia delle donne spagnole contro la legge Gallardón esplode in una grande manifestazione: ‘Yo decido. El tren de la libertad’. Il 1°febbraio 2014, al grido di ‘Yo decido’, le donne tingono di lilla le strade di Madrid, ma la protesta è su scala europea, da Londra a Bruxelles, da Amsterdam a Parigi, a Milano, Roma, Firenze. A Milano la mobilitazione ‘Yo Decido - Decido Io!’ vede protagoniste le donne di Usciamo dal Silenzio che insieme a quelle di tante altre associazioni  tra cui la Libera Università delle Donne, i Consultori Privati Laici, Giulia-Giornaliste unite libere autonome, la Casa delle donne Milano, si ritrovano sotto il consolato spagnolo... La vicenda spagnola  è per Uds anche l’occasione per sollecitare un passaggio di testimone delle lotte. Lo farà con una lettera aperta alle ragazze che sarà pubblicata sulla 27ora del Corriere della sera e che raccoglierà numerose adesioni tra le over50 ma pochi riscontri da parte delle vere destinatarie: “È il vostro tempo e la legge 194 riguarda la vostra vita, la vostra libertà e la vostra salute più di quanto riguardi, in concreto, molte di noi. Nei prossimi mesi in Europa le donne si mobiliteranno per sventare la controriforma Rajoy. Noi ci saremo e vorremmo condividere questo percorso e, insieme, affidare a mani più giovani il testimone di questo impegno. Per noi questo comporta avere cura della 194 e del suo destino, quali che siano i modi, non necessariamente i nostri, che sceglierete per farlo.  ‘Siamo uscite dal silenzio’ recitava lo striscione che apriva il corteo del 14 gennaio 2006. Oggi aspettiamo le vostre parole”. 

 

Le testimonianze

I temi forti di Uds - aborto e violenza sulle donne - anche se in modi diversi toccano tutte e attraversano tutti i femminismi. Sono coinvolgenti e globali ‘per natura’ (da lì originano Nudm nei paesi latino americani e le mobilitazioni nei paesi dell’Europa dell’Est, soprattutto in Polonia). L’aborto resta in tutti i paesi l’indicatore dei passi avanti o indietro delle donne, è una precondizione della loro libertà. Nessuna conquista è per sempre”. Manuela Cartosio

 “Siamo tutte d’accordo nell’individuare nei temi dell’aborto e della violenza le ‘radici vive’ di Uds. E sul fatto che restano al centro di altre lotte in Italia e in tutto il mondo, costituendo gli elementi di continuità che tengono insieme percorsi diversi, e sui quali una nuova ondata femminista per fortuna è tornata a riempire le piazze. Questa continuità è importante, nonostante siano tante anche le differenze”. Cristina Pecchioli