Il 2006 è anno di elezioni: politiche ad aprile, comunali a maggio (in mezzo, quella di Napolitano al Quirinale). Uds, forte del successo della manifestazione del 14 gennaio, decide di esserci. A modo suo. Dall’esterno, sollecita i partiti del centro sinistra a prestare un’attenzione concreta e non effimera alle molte richieste di quella piazza. È una scelta impegnativa, che colloca Uds sul versante del femminismo che non rifiuta a priori l’interlocuzione con le istituzioni e la politica ‘maschile’. La scelta scontenterà qualcuna che in piazza c’era e rafforzerà la distanza di quelle che in piazza non c’erano.

Scopo di Uds non è avviare una trattativa fatta di richieste, patteggiamenti, domande e risposte, ma affermare una presenza politica delle donne continuativa, non più condizionata dalle emergenze, autonoma nei modi di aggregazione, intervento, ricerca, progettualità che riterrà di darsi.

Alle istituzioni si chiede di confrontarsi con associazioni e gruppi di donne e, soprattutto, di riconoscere la valenza politica del pensiero e delle pratiche da essi espressi.

Usciamo dal silenzio sceglie l’8 marzo per aprire, con un’assemblea al salone degli Affreschi dell’Umanitaria, il confronto con candidate e candidati dell’Unione a Camera e Senato. I toni non sono teneri con il programma di Prodi che persevera nel relegare le donne tra le categorie svantaggiate e nel capitolo delle politiche familiari... Il 10 aprile 2006 Prodi vince le elezioni. Il suo nuovo governo conta venticinque ministri, dieci viceministri e sessantasei sottosegretari, per un totale di centrotre componenti, ma solo sei ministeri vengono assegnati a donne. La delusione è fortissima, la protesta esplode sul sito www.usciamodalsilenzio.org: più di millequattrocento persone mettono la loro firma sotto la protesta intitolata ‘Un’occasione persa’...

Le elezioni comunali sono dietro l’angolo, neppure il tempo di elaborare la delusione e Uds deve tornare sul nodo della relazione donne-istituzioni politiche. Ancora con una lettera, questa volta indirizzata alla candidata e al candidato in lizza per Palazzo Marino: per il centrodestra Letizia Moratti, che la ignorerà; per il centrosinistra Bruno Ferrante che, smesso da poco l’abito del prefetto, almeno prova il 24 maggio, sempre all’Umanitaria, a misurarsi con i temi della lettera, a partire dalla richiesta di equa rappresentanza in giunta e nelle municipalizzate... Con il 52% dei voti vince al primo turno Letizia Moratti, che consegna il suo biglietto da visita al Corriere della sera del 30 maggio: “Chiamatemi signor sindaco e non signora sindaco oppure sindaca o sindachessa”. Ribadisce di essere assolutamente contraria alle quote rosa: “Ho sempre detto che le persone devono affermarsi in base alla loro professionalità e alla loro competenza”.

Andrà meglio la volta successiva: nel 2011 Giuliano Pisapia diventerà sindaco e la sua giunta sarà paritaria. Realizzerà lo spirito del ‘50 e 50 ovunque si decide’, la campagna lanciata nel 2007 dall’Unione Donne in Italia (Udi). Uds aderisce alla campagna e, nell’ambito della rassegna ‘Donne, politica & passione’ all’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini dal 22 al 24 giugno 2007, motiverà il suo sì al 50 e 50 in un ‘Manifesto dei perché’, lanciato nel corso di una grande assemblea sulla democrazia paritaria con donne della politica e delle professioni, alla quale partecipano tra le altre la ministra delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini, Marilena Adamo, Imma Barbarossa, Arianna Censi, Pia Locatelli e Katia Zanotti...Il documento elenca i sì di Uds al 50 e 50. Tutti di sostanza e riassumibili così: incrinare il monopolio maschile che esclude le donne dallo spazio pubblico migliora la politica e la democrazia, sottrae almeno simbolicamente dalla gabbia degli affetti il lavoro di riproduzione e di cura non pagato, rompe gli stereotipi di una femminilità materna e complementare, fa diventare senso comune la condivisione di responsabilità tra donne e uomini, non condanna le donne a un falso unanimismo. Più numerose saranno nei luoghi dove si decide, più avranno la forza di confliggere apertamente anche tra loro, portando nella scena politica le loro differenze. Nella stessa occasione Ottavia Piccolo porterà in scena per la prima volta il suo memorandum dedicato ad Anna Politkovskaja.