Il 14 gennaio 2006 a Milano c’è il sole e una temperatura mite: il corteo parte dalla stazione Centrale dove in tante sono arrivate da altre città con treni e pullman. ‘Siamo uscite dal silenzio’ è il gigantesco e azzurro striscione d’apertura retto dalle donne che hanno dato vita a Uds. Dietro un’infinità di bandiere, striscioni, cartelli: collettivi, associazioni, gruppi di donne, la galassia dei femminismi e non solo, molti gli uomini, tanta musica, coreografie ironiche e colorate. ‘Libere di scegliere’, ‘Stop alle molestie clericali’, ‘Mai state zitte’ si legge e l’ultimo riecheggia una piccola polemica che si era accesa intorno al nome ‘Usciamo dal silenzio’.

È massiccia la presenza del sindacato, della Cgil che ha prestato la sua potente macchina organizzativa; ci sono gli striscioni di Rifondazione, dei Ds, dei Verdi, di Italia dei Valori. Molti gli uomini.

Sul palco c’è un melograno di carta, un simbolo di vita... l’attrice Ottavia Piccolo accoglie la manifestazione e cuce da par suo gli interventi del pomeriggio...E dopo la lettura di quella che è ormai diventata, nel lessico del movimento, la ‘prima mail’ da parte di Assunta Sarlo, si va con un’alternanza di poesie, testimonianze, esperienze di aborto, e messaggi arrivati al sito di Usciamo dal silenzio - tra questi quello caloroso di Mariangela Melato - e restituiti alla piazza da Sandra Ceccarelli, Anna Bonaiuto, Carmen Covito, Maddalena Crippa, Paolo Hendel, Silvano Piccardi, Debora Villa e da altre giovani attrici. Mentre la piazza continua a riempirsi prendono parola Karina Scorzelli Vergara, mediatrice culturale cilena e Cristina Gramolini, presidente di Arcilesbica. Una ventisettenne rappresenta l’anima più giovane del movimento. Vive a Milano dal ’99, lavora come archivista a partita Iva all’Università Statale, si chiama Fiorella Mattio e con altre giovani donne è parte del collettivo ‘A casa di Ilaria’. La piazza di Milano è collegata a un’altra piazza: il 14 gennaio 2006 a Roma, in piazza Farnese, si svolge un’importante manifestazione, organizzata dai principali movimenti Lgbtq: ‘Tutti in Pacs’.I due palchi - a Roma c’è Lella Costa che conclude il suo appassionato intervento rivendicando libertà di scelta e ricordando che le donne sono le prime a tenere alla vita - sono collegati grazie al prezioso lavoro di Radio popolare. Un ponte radiofonico tra una piazza che chiede una legge che non esiste e l’altra che difende e rilancia quella che viene ancora una volta attaccata; un ponte per la liberà del vivere e del convivere. “Siamo bellissime, questa piazza è bellissima, la nostra libertà non può essere messa in discussione, non torneremo nel silenzio”, promette in conclusione Susanna Camusso.

 

Le testimonianze

“Erano anni che non scarpinavo per le vie di Milano ma ne valeva la pena: siamo davvero uscite dal silenzio. Accanto a me mia figlia e le sue amiche. Segno di un aggancio tra generazioni, di un passaggio di testimone che sinora era mancato ma che covava sotto la cenere della quotidiana fatica di vivere. Una mia amica ha camminato dalla stazione fino in piazza Duomo a fianco della sua mamma di ottantacinque anni. E a chi le chiedeva: ‘Ma ai suoi tempi?’ l’indomita signora rispondeva asciutta ‘I miei tempi sono questi’. Tempi capaci di far scendere in piazza donne di tutte le età e di tante città”. Silvia Vegetti Finzi

“Il fatto è che trovo che un uomo non può ‘chiamarsi fuori’ da quello che sta succedendo, dall’attacco alla libera scelta della donna che si traduce in un attacco alla libera scelta per la coppia..”. Nicola 

“Quando si è precarie come me fare un figlio diventa una scelta coraggiosa e carica di conseguenze…Imputare alla legge 194 la denatalità del nostro paese è una vera ipocrisia, abbiamo bisogno di politiche nuove, per i migranti, per la casa, per il lavoro perché, come abbiamo scritto e urlato, la precarietà non diventi il contraccettivo del futuro”. Fiorella  Mattio